20080112

Il Fatto... e Il Non Fatto!

Il Fatto è che io non sono un Artista. Sono una persona che ama scrivere; estremizzando: come per gli altri esiste la sigaretta o l'uscita il sabato sera... Io creo!
Credo che Artista sia quella persona che viva della sua "arte", come suo Istinto come se respirasse, bevesse,
vivendolo senza vestircisi, pur portarlo in giro.

Gli Artisti sono come i santi, non dicono, non fanno, non sanno di esserlo. Alcuni, non vogliono esserlo.
Gli Artisti sono coloro che carpiscono e lasciano fluire dentro e su di sé quello che è la vita... per lo più, non impazzendo per saperlo.
Gli Artisti carpiscono, ma non etichettano, lasciando
senza identità le identità infinite che sono gli aspetti della vita.
In
parole povere, non sono un Artista.
Sono un uomo che verga i mondi che percepisce, come li percepisce. E li verga
con brama! Come li vorrebbe...
E come realizzatore di qualcosa che è comunemente chiamata Arte, allora sono un "artista", ovvero colui che "fa dell'arte"...
Null'altro.
Poi, se ho delle qualità umane, sociali, "artistiche" – se le ho – vivendole vengono a loro modo decantate, esposte – anche alla
lunaticità delle ombre, la quale sembra insita in molti di coloro che si ritengono Artisti – elargite.
Fissano il mio dire e additano il mio fare:
Perché non cavalchi l'ambizione?
Si voltano
e si bloccano al mio passare.
C'è chi ha paura della sconfitta, dell'azione;
C'è chi teme la vittoria!

"
purtroppo a volte dico ciò che penso senza rifletterci, in maniera istintiva. la prima volta che ti ho contattato ti ho scritto che ero felice di chattare con qualcuno che condividesse tutte le mie passioni, impazzisco letteralmente quando trovo gente che ama creare, anche perchè penso che tra artisti ci sia una sorta di affinità, perchè si "condivide un mondo magico" ho dato per scontato che questo entusiasmo sia insito a tutti gli artisti, che la curiosità e la voglia di conoscere le creazioni altrui sia qualcosa di innato. l'artista dobrebbe riconoscere in mezzo alla moltitudine chi ha un animo simile al suo....bhè si lo so sto esagerando....non era forse il caso di impelagarmi i questi discorsi...scusa ancora.buona notte"
Ora il vento comincia a cantare:
Ora il vento comincia a cantare.
La terra si stende davanti a me,
Davanti a me si stende lontana.
Ora la casa del vento è tonante;
Ora la casa del vento è tonante.
Io vado urlando sopra la terra,
la terra percorsa dal tuono.
Sopra i monti ventosi;
Sopra i monti ventosi,
Viene il vento dalle gambe infinite;
Il vento viene correndo di qua.
Il vento Nero Serpente viene da me;
Il vento Nero Serpente viene da me,
Viene e turbina intorno
Viene correndo qui con il suo canto.
Velocemente con una tazza d'acqua
Vengo correndo per farti bere.
Ti faccio bere l'acqua
E giro confusamente intorno.
Fra le bianche foglie dei cactus;
Fra le bianche foglie dei cactus,
Io vengo correndo a quale luogo,
Io vengo correndo a quale luogo.
[
Il Canto Del Vento]

"
Tu, dimmi, ti ritieni dunque un'Artista; scrivendomi "felice di chattare con qualcuno che condividesse tutte le mie passioni" non hai ritenuto che il suo unico significato fosse che anche tu scrivi?
La frase posso ritenerla l'affermazione di una persona che, nel caso specifico, apprezza l'Arte della narrativa, giusto?
Mi hai dato addosso definendomi cieco, distratto e incapace di cogliere le sfumature (da una chatt a tarda ora con uno sconosciuto appena contattato)... non è un atteggiamento "molto artistico", non credi?;)"

«
Mi arrendo ai confini dei miei limiti. Ma combatto strenuamente dentro di essi, onestamente.» Disse qualcuno; sarà stato un artista, o semplicemente Andrea PAZIENZA?

Bè... Bah... Baboo...
Sono della Nebbia... Il Non Fatto...
Nelle pαrole delle vite che non mi appartengono plasmo l'illusione di scrivermi le mie; e pagine dopo pagine pongo un tomo dopo l'altro per la montagna e la sua baita, il suo bosco di betulle e il suo limitrofo mare, nel mio modesto pezzetto di terra... E pensαre α me diventa il volo di un granello di Natura, colto dai venti di un volo mai andato oltre i cespugli un po' canuti di mirto, di rutili euforbie... corbezzolo, senza mai decollare per cieli tutti miei!
Le pαrole sono troppe – αstrαtte dal caos – e hanno i loro sensi solo quando non se ne cercano. Più profonde appaiono tremolanti, più mi ammanto di inchiostro imo sotto il sole e sotto la luna.
Né più né meno e tutto quanto...

Certo è che quando io nacqui, stava raggiungendo i suoi elfi Tolkien... Quando io lessi per la prima volta ISDA, la STI era un embrione... Che JRR non abbia avuto di meglio da scegliere in quell'anno è possibile, sta di fatto che, pur non essendoci stato un passaggio di testimone (lo si scrive per chi non ci crede),
un passaggio è avvenuto, qualcosa è stato dato. Grazie, John!

Sono solo Bilia Di Brume...



Io ho scritto, il mio Jackind ha errato, con:
Je So' Pazzo [PINO DANIELE. 1979. IT. Pino DANIELE]
A Muso Duro [A MUSO DURO. IT. 1979. Pierangelo BERTOLI]
Il Canto Del Vento [Tratto da: CANTI DEGLI INDIANI D'AMERICA. Dal sud-ovest:
1992. IT. A cura di Silvio ZAVATTI. Tascabili Economici NEWTON]


«Il Fanciullino

alla luce sogna o sembra sognare, ricordando cose non vedute mai; quello che parla alle bestie, agli alberi, ai sassi, alle nuvole, alle stelle: che popola l’ombra di fantasmi e il cielo di dei. Egli è quello che piange e ride senza perché, di cose che sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione. Egli è quello che nella morte degli esseri amati esce a dire quel particolare puerile che ci fa sciogliere in lacrime, e ci salva. Egli è quello che nella gioia pazza pronunzia, senza pensarci, la parola grave che ci frena. Egli rende tollerabile la felicità e la sventura, temperandole d’amaro e di dolce, e facendone due cose ugualmente soavi al ricordo. Egli fa umano l’amore, perché accarezza esso come sorella (oh! il bisbiglio dei due fanciulli tra un bramire di belve), accarezza e consola la bambina che è nella donna. Egli nell’interno dell’uomo serio sta ad ascoltare, ammirando, le fiabe e le leggende, e in quello dell’uomo pacifico fa echeggiare stridule fanfare di trombette e di pive, e in un cantuccio dell’anima di chi più non crede, vapora d’incenso l’altarino che il bimbo ha ancora conservato da allora.
»
PENSIERI E DISCORSI [IT. 1914. Giovanni PASCOLI].

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