20090721

NOVELLA MARGHERITA + LE CRONACHE DI MATITO.

Novella ama i gatti. I gatti le portano storie incredibili – terrificanti deliziose – di decine di vite che lei non potrebbe mai vivere, alle quali lei non può assistere. O si?
Sarà per questo che suo padre e sua madre le hanno dato questo nome. Dice a sé stessa  si racconta.

La famiglia Margherita vive.

20090717

Anime, Cose, Piedi sulla stressa strada... (23)

Dare la parola a chi ha parlato prima di noi e insieme vuol parlare, e di noi dare la parola di ciò che abbiamo acquisito!

Questo cammino ha preso il via così:
Anime, Cose, Piedi sulla stressa strada...


Io ho scritto, il mio Jackind ha errato, con:
«È finito il tempo in cui un attore poteva starsene sul divano in attesa che gli arrivasse un buon copione. Adesso in Italia, devi partecipare attivamente alla realizzazione di un film, altrimenti ti offrono sempre lo stesso ruolo e non riesci a migliorarti. Io questa strada ho cominciato a percorrerla e mi piacerebbe che qualcun altro la seguisse.»
[IT. 19xx. Raul BOVA]

20090716

LEI

Affianco due ragazze, una bionda e una castana. Vidi solo il viso della prima, ma la "presenza" della seconda mi aveva convinto ad avvicinarmi. Una volta in metro la sua ridente voce mi colpì più della bellezza della sua amica. Mi dava ancora le spalle. E quando si voltò... Così bella per il mio cuore che i miei occhi hanno solo cercato di incrociare i suoi. Bellissima nel guardare/non-guardare ciò che la cincrondava. Garbadamente - dolcemente - evitava ogni sguardo e rideva - le sue smorfie con le labbra, gli occhi che "pompavano" la sua vitalità nell'aria infetta della metro, epurandola! - mentre parlava con la sua amica. Non è un romanzo, quindi non sto "disegnando" per "gli occhi" del mio lettore uno scenario evocativo, tanto romantico quanto emotivo! Sto solo descrivendo le pulsazioni che mi inondarono consentendomi di percepire i prati che ammantavano le colline costiere, dove le correnti marine abbracciavano quelle pedemontane - i monti vicini al mare per non poterne stare lonano. Cosa ho registrato di ciò che indossava? Inizialmente ciò che permetteva la ressa. La prima cosa che cercai fu l'anulare sinistro: libero. Poteva non voler dire nulla, ma istillava un speranza - una speranza che avrebbe vissuto solo su carta. E le sue dita, affusolate, con unghie curate e cortissime. Questo mi spinse a cercarle i piedi: calzavano sandali perfettametne intonati col vestito, semplici e dalle molte stringhe, lisci piedi dalle dita regolari, mi piacquero. Nessuna delle sue dita erano laccate, ma attentamente curate. Salii, per quel che potei (un vestito estivo a brettelle, forse a fiori, avano, marroncino (?) le arrivava, dal punto di vista fornitomi dalla mia altezza, al ginocchio, poco sotto) per scoprire la perfezione delle gambe che non poteva che avere quella creatura. Ho sempre scorto nella "morfologia" delle dita una certa struttura evolutiva che si sarebbe evidenziata in ogni altro aspetto, fisico quanto caratteriale. E il mio cuore - e la mia "sciocca" mente! - ebbe un tuffo per la conferma dell'evoluzione perfetta della donna che avevo d'innanzi. Se le avessi messo in tasca, o in borsa, un mio biglietto da visita? Se una volta trovato mi avesse contattato per sapere chi fossi, e magari ci saremmo anche visti? Ma non potevo avvicinarla, in quella bolgia. Si scrive nei romanzi "mi ha rapito il cuore!" Non è solo una espressione per rendere l'idea del pensiero che si ferma sull'"amata", è un dato di fatto - chi come un rapace che si posa per osservare ciò che le darebbe la vita, o che volteggia sulla sua nuova terra (rapace, albatro...) - e si necessita che Lei lo riponga con le sue stessi mani al suo posto per potere tornare liberi. Dalle sue mani alle mie! - Dal suo cuore al mio... Ma lei non mi ha guardato, pur essendo di fronte (almeno io non ho incrociato il suo sguardo). Lei non si ricorderà di me! Il suo ricordo già ora sembra retrocedere per la landa del passato, nottura terra delle vite celate. Quando è andata via, scesa al Duomo, ho cercato la sua borsa (a sacco con pieghe "cucite" con dovizia, marrone scuro, semivuota - aveva davvero un buon gusto: nel vestire come nella pettinatura): non avrei potuto inserire nella borsa il mio biglietto senza essere notato; inoltre, la borsa era chiusa: anche potendo non avrei potuto darle il mio numero di telefono. Ho potuto vederle i polpacci. Quella donna che stava andando via, senza neppure avermi donato una sguardo, sapevo che era una delle mie donne perdute, la donna che avrei amato da quel giorno. La mia donna perfetta!! Dove sei, Rain? Quale terra vivrai? Potrò mai cibarti, vestirti del mio amore?
(16 luglio 2009. M3 Lotto. Milano)

jackit listened:
Africa Bamba [SUPERNATURAL. 1999. MX. SANTANA]
Bladerunner Blues [BLADERUNNER. 1994. GR. VANGELIS]


THAT's ALL

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