«L'intera Sicilia è una dimensione fantastica. Come si fa a viverci senza immaginazione?»
[IT. 0000. Leonardo SCIASCIA]
«Numquam tam male est Siculis quin aliquid facete et commode dicant!» «Qualunque cosa possa accadere ai Siciliani, essi lo commenteranno con una battuta di spirito!»
[IT. 74 a.C. ca. CICERONE.]
«Visitare l'Italia senza avere visto la Sicilia vuole dire non avere visto niente di niente. Perché in Sicilia c'è la chiave di tutto.»
[00. 0000. GOETHE.]
«Nun sugnu stranu, ma Sicilianu!»
AAA Cercasi Patri Pii Me Figli [ABUSIVI (DI NECESSITÀ). IT. 1999. TINTURIA]
«L'essere siciliano ancora mi commuove!»
Beppe FIORELLO a IL SENSO DELLA VITA [IT. 2008.] (TV program - Canale 5)
«Là dura un vento che ricordo acceso nelle criniere dei cavalli obliqui in corsa lungo le pianure, vento che macchia e rode l'arenaria e il cuore dei telamoni lugubri, riversi sopra l'erba. Anima antica, grigia di rancori, torni a quel vento, annusi il delicato muschio che riveste i giganti sospinti giù dal cielo. Come sola allo spazio che ti resta! E più t'accori s'odi ancora il suono che s'allontana largo verso il mare dove Espero già striscia mattutino: il marranzano tristemente vibra nella gola al carraio che risale il colle nitido di luna, lento tra il murmure d'ulivi saraceni.»
Strada Di Agrigentum [TUTTE LE POESIE. IT. 1975. Salvatore QUASIMODO]
«La città era celebrata: poeti, storici, geografi, da Pindaro a Polibio, da Cicerone a Diodoro, quelli che la vedevano restavano ammammaloccuti per lo sfarzo degli edifici e il tenore di vita dei suoi abitanti. Uno di questi, Gellia, tanto per fare un esempio, metteva i suoi servitori alle porte della città: ogni forestiero che arrivava veniva invitato a mangiare e a dormire a spese dell'anfitrione. Un giorno che capitarono tutt'insieme cinquecento cavalieri, Gellia non fece né ai né bai: organizzò per tutti, cavalieri e cavalli, un tale banchetto che magari i cavalli ancora ne tramandano memoria genetica. Diodoro conta che quando l'agrigentino Esseneto ce la fece a vincere i giochi olimpici, trecento carrozze ognuna tirata da quattro cavalli bianchi gli si fecero intorno al ritorno. C'è un piccolo particolare: le carrozze erano d'avorio «poiché sappiamo che le carrozze di tal fatta, in Agrigento, vi si contavano a centinaia». Per ragioni che vedremo appresso, di tutti i templi di Agrigento ne citeremo uno solo, il tempio di Giove Olimpico, il quale, secondo Polibio, per «magnitudine» e per «amplitudine», era «nulli ex Graeciae operibus secundum». Però dopo le mazzate avute dai Cartaginesi, e con l'arrivo degli Arabi, la città, divenuta Kerkent, si arroccò in cima alla collina che aveva alle spalle e spostò il centro dei suoi traffici marinari verso quella che sarebbe diventata la Borgata Molo. Difatti verso il 1150 il musulmano Idrisi, geografo, scriveva a Re Ruggiero che «qui vi si raccolgono le navi»: segno che se «l'eccelsa potenza» (è Idrisi che lo dice) era un po' calata, il commercio ancora andava ch'era una bellezza. Nella seconda metà del Quattrocento la Borgata nome ancora non aveva, era solo il «caricatore» di Girgenti, un luogo di raccolta e di smercio del grano che affluiva dall'entroterra. Un diploma dell'epoca lo definisce «lo migliori et lo principali porto di quisti regno».»
LA STRAGE DIMENTICATA [IT. 1984. Andrea CAMILLERI]
«Mai visto in tutta la mia vita uno splendore di primavera come stamattina al levar del sole... Dalla finestra vediamo il vasto e dolce pendio dell'antica città tutto a giardini e vigneti, sotto il folto verde s'indovina appena qualche traccia dei grandi e popolosi quartieri della città di un tempo. Soltanto all'estremità meridionale di questo pendio verdeggiante e fiorito s'alza il tempio della Concordia, a oriente i pochi resti del Tempio di Giunone; ma dall'alto l'occhio non scorge le rovine di altri templi... corre invece a sud verso il mare.»
[su AGRIGENTO – 00. 0000. GOETHE.]
«Qui comincia per me la magia delle luci che in una città a sole intenso come Palermo sono succose e variate secondo il tempo anche in strade strette. (...) Un vero sortilegio di illuminazioni e di colori che mi ha incatenato l'anima per sempre. Talvolta in qualche vecchio palazzo o in qualche chiesa ritrovo questa qualità luminosa che mi struggerebbe l'anima se non fossi pronto a sfornare qualche "wicked joke".»
RICORDI D'INFANZIA [IT. 1955. Giuseppe TOMASI di Lampedusa]
«La verità è che tutta l'Italia va diventando Sicilia.» IL GIORNO DELLA CIVETTA [IT. 1961. Leonardo SCIASCIA]
Sicilia cantata:
Che Il Mediterraneo Sia [CHE IL MEDITERRANEO SIA. 2002. IT. Eugenio BENNATO]
Strade Parallele (Aria siciliana) [IT. 1994. Franco BATTIATO & Giuni RUSSO]
Nesci Lu Suli [PAROLA D'ONORE. IT. 2005. Roy PACI & ARETUSKA]
92100 [NESSUNO È PERFETTO (PER FORTUNA). IT. 2005. TINTURIA]
Ad Esempio A Me Piace Il Sud [INGRESSO LIBERO. IT. 1974. Rino GAETANO]
Grande Sud [GRANDE SUD. IT. 2008. Eugenio BENNATO]
Che Il Mediterraneo Sia [CHE IL MEDITERRANEO SIA. 2002. IT. Eugenio BENNATO]
Strade Parallele (Aria siciliana) [IT. 1994. Franco BATTIATO & Giuni RUSSO]
Nesci Lu Suli [PAROLA D'ONORE. IT. 2005. Roy PACI & ARETUSKA]
92100 [NESSUNO È PERFETTO (PER FORTUNA). IT. 2005. TINTURIA]
Ad Esempio A Me Piace Il Sud [INGRESSO LIBERO. IT. 1974. Rino GAETANO]
Grande Sud [GRANDE SUD. IT. 2008. Eugenio BENNATO]
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