Mi sdradio e… penso alla Principessa. Costruisco la scena in cui le restituisco i libri. Lei li prende si allontana per rientrare in macchina.
Siamo a Piazzale Lotto, all’angolo per attraversare verso la Metro. Io le dico: Riesci davvero ad andartene senza dire nulla? Il suo sguardo mi rimprovera: non avrei dovuto parlare, nessuno dei due; così s’era detto. E la scena e di nuovo di fronte l’uno all’altra; lei ha in mano il sacchetto. Sempre siamo all’angolo. Io mi avvicino raccogliendole il viso nelle mie mani per baciarla. Lei fa un incerto, minuto passo indietro. Io accolgo il suo viso nelle mie mani a coppa, baciandola. Lei ricambia appena, le sue labbra fremono. Un altro passo indietro, da parte di entrambi: quanto basta per guardarsi negli occhi. Io le dico che l’amo con tutto lo sguardo di cui la mia anima è dotata. Mi tuffo nelle sue labbra e vogliamo inabissarci entrambi. Il saccehtto è lasciato cadere sul marciapiede. Lei ricambia come non avesse mai respirato, come non avesse mai bevuto, né nuotato… né vissuto. Mi salta in grembo, le sue gambe mi cingono i fianchi; la copro nel sorreggerla, la gonna è troppo corta: Ti si vedono… Lei ride, tra i singhiozzi. Un cenno del capo mi dice che non può essere una cosa di cui preoccuparsi. Ritorniamo nel nostro mondo: un bacio che sa quale sia il suo futuro. Poi scende. Puntellandomi la sua anima con baci bagnati dalle lacrime che mi stanno dicendo addio. È felice quanto straziata. Io sono basito e felice e, raccogliendo la mia solitudine, piango per la sua. Le mie mani nuovamente trattengono il suo viso: non puoi non pensare a un continuo ultimo bacio all’angelo che sta maledicendosi… Il Bacio!... Noi… L’Orizzonte si piega per il dolore e si richiude come un bocciolo rosso… Lei raccoglie il sacchetto con l’intento di precipitarsi in macchina, ma è ancorata alla voce di lui che parla sorprendendola: non erano questi i patti, non si doveva dire nulla! Lei, così, con in mano il sacchetto e ancora in nuoto nei suoi occhi assorbe la sua voce e il sentimento che verbalizza: Ti Amo!! Solo questo è da sapere.
Siamo a Piazzale Lotto, all’angolo per attraversare verso la Metro. Io le dico: Riesci davvero ad andartene senza dire nulla? Il suo sguardo mi rimprovera: non avrei dovuto parlare, nessuno dei due; così s’era detto. E la scena e di nuovo di fronte l’uno all’altra; lei ha in mano il sacchetto. Sempre siamo all’angolo. Io mi avvicino raccogliendole il viso nelle mie mani per baciarla. Lei fa un incerto, minuto passo indietro. Io accolgo il suo viso nelle mie mani a coppa, baciandola. Lei ricambia appena, le sue labbra fremono. Un altro passo indietro, da parte di entrambi: quanto basta per guardarsi negli occhi. Io le dico che l’amo con tutto lo sguardo di cui la mia anima è dotata. Mi tuffo nelle sue labbra e vogliamo inabissarci entrambi. Il saccehtto è lasciato cadere sul marciapiede. Lei ricambia come non avesse mai respirato, come non avesse mai bevuto, né nuotato… né vissuto. Mi salta in grembo, le sue gambe mi cingono i fianchi; la copro nel sorreggerla, la gonna è troppo corta: Ti si vedono… Lei ride, tra i singhiozzi. Un cenno del capo mi dice che non può essere una cosa di cui preoccuparsi. Ritorniamo nel nostro mondo: un bacio che sa quale sia il suo futuro. Poi scende. Puntellandomi la sua anima con baci bagnati dalle lacrime che mi stanno dicendo addio. È felice quanto straziata. Io sono basito e felice e, raccogliendo la mia solitudine, piango per la sua. Le mie mani nuovamente trattengono il suo viso: non puoi non pensare a un continuo ultimo bacio all’angelo che sta maledicendosi… Il Bacio!... Noi… L’Orizzonte si piega per il dolore e si richiude come un bocciolo rosso… Lei raccoglie il sacchetto con l’intento di precipitarsi in macchina, ma è ancorata alla voce di lui che parla sorprendendola: non erano questi i patti, non si doveva dire nulla! Lei, così, con in mano il sacchetto e ancora in nuoto nei suoi occhi assorbe la sua voce e il sentimento che verbalizza: Ti Amo!! Solo questo è da sapere.
Lei è in macchina e si immette nella sua corsia.
Lui è a piedi, si volta alzandosi il bavero del cappotto. La giornata non è ventosa. Ma la città è algida, è la caverna che lo sto ingoiando e nella bigia aria di un limbo i suoi passi muovono percossi da correnti strazianti e di echi che ricolmano i cuori di una vita vissuta, realizzata, assaporata, vinta… in un’altra illusione.
Lui scompare nel suo sentiero senza di lei.
Lei scompare nel suo sentiero senza di lui.
Ma il Sogno ricolma entrambi, e nel pianto e nella felicità sanno che loro – in un altro Orizzonte – sono stati loro. E il coraggio e la fede li hanno uniti per sempre.
Lui è a piedi, si volta alzandosi il bavero del cappotto. La giornata non è ventosa. Ma la città è algida, è la caverna che lo sto ingoiando e nella bigia aria di un limbo i suoi passi muovono percossi da correnti strazianti e di echi che ricolmano i cuori di una vita vissuta, realizzata, assaporata, vinta… in un’altra illusione.
Lui scompare nel suo sentiero senza di lei.
Lei scompare nel suo sentiero senza di lui.
Ma il Sogno ricolma entrambi, e nel pianto e nella felicità sanno che loro – in un altro Orizzonte – sono stati loro. E il coraggio e la fede li hanno uniti per sempre.
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la sorte ha voluto che quest'oggi fossi totalmente solo in una città aliena!!
mi sono svegliato con un incubo prepotente, insidioso, traboccante di speranza...
Proverò... ma non so dove cominciare in una città aliena!!
Diciamo che, dopo gli incubi troppo realisitci sull'Amica che ha preso un'altra strada, lontana da me - strade riunitesi nell'incubo!! - ho solo voglia di ballare, sudare, stancarmi, farmi esplodere i muscoli, sentire il mio sangue come tsunami, e dissetarmi di adrenalina...
E questi uragani di fantasmagoriche emozioni sono
gli eden del Mio Miracolo, L'Imperatrice Folletto!!!
L'Ambrosia del suo abbraccio, le sue mani - terra e volta celeste - e i suoi sguardi animali sono
la mia danza, il nostro ballo... il sudora, l'eruzione dei corpi, il sangue in piena, le maree dell'adrenalina...
Ogni mia lacrima per gli avatar afroditici
è un mattone iridato che canta di gioia
per l'assenza e la presenza della mia Imperatrice!!
la sorte ha voluto che quest'oggi fossi totalmente solo in una città aliena!!
mi sono svegliato con un incubo prepotente, insidioso, traboccante di speranza...
Proverò... ma non so dove cominciare in una città aliena!!
Diciamo che, dopo gli incubi troppo realisitci sull'Amica che ha preso un'altra strada, lontana da me - strade riunitesi nell'incubo!! - ho solo voglia di ballare, sudare, stancarmi, farmi esplodere i muscoli, sentire il mio sangue come tsunami, e dissetarmi di adrenalina...
E questi uragani di fantasmagoriche emozioni sono
gli eden del Mio Miracolo, L'Imperatrice Folletto!!!
L'Ambrosia del suo abbraccio, le sue mani - terra e volta celeste - e i suoi sguardi animali sono
la mia danza, il nostro ballo... il sudora, l'eruzione dei corpi, il sangue in piena, le maree dell'adrenalina...
Ogni mia lacrima per gli avatar afroditici
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