20140312

Allaccio cinture, mano sul freno, e...

Perfetto!

* * *

Devo concedere spazio alla lacrima/risata. Libero di pensare, ne scriverò anche tecnicamente (nel PANblog). Ci vorrà qualche giorno.
Libero del passato/presente/futuro che ha smosso, risvegliando e collocandosi armonicamente nelle scritture che sto compiendo; libero dall'empatia che alimenta tornerò al film.
Ozpetek ci avverte, da subito.
Tuttavia, con o senza cinture le "turbolenze umane" ci raccolgono.
Amo il seme che lui ha piantato.
Crescerà senza cinture.

Allaccio le cinture... del cappotto:
l'inverno non può che essermi Bellezza!:
Inverno [TUTTI MORIMMO A STENTO. IT. 1968. Fabbrizio De ANDRÈ]
Sale la nebbia sui prati bianchi
come un cipresso nei camposanti.
Un campanile, che non sembra vero,
segna il confine fra la terra e il cielo.

Ma tu che vai, ma tu rimani,
vedrai la neve se ne andrà domani.
Rifioriranno le gioie passate
col vento caldo di un'altra estate.

Anche la luce sembra morire
nell'ombra incerta di un divenire,
dove anche l'alba diventa sera
e i volti sembrano teschi di cera.

Ma tu che vai, ma tu rimani,
anche la neve morirà domani.
L'amore ancora ci passerà vicino
nella stagione del biancospino.

La terra stanca sotto la neve
dorme il silenzio di un sonno greve;
l’inverno raccoglie la sua fatica
di mille secoli, da un'alba antica.

Ma tu che stai, perché rimani?,
un altro inverno tornerà domani.
Cadrà altra neve a consolare i campi,
cadrà altra neve sui camposanti.

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