20200320

CONTI PER VIVER APRICO?



Fino a quanto dobbiamo contare?
Quante filiere economiche hanno sfaldato la rete dell’economia mondiale per la massificazione (la fantomatica globalizzazione) dei prodotti non di prima necessità? Nell’oggi, l’era del contagio VentiVenti, la rete si palesa fragile in tanti punti nodali e insaziabile in troppe linee superflue, la qual cosa produce sterili linee stigee.
Fino a quanto dobbiamo contare perché non si produca l’improducibile? Chi produce senza legge, diritti civili, norme igieniche, sfalda una società potenzialmente rigogliosa in quanto figlia della Terra, equilibrata nel suo caos esplorativo, focolare come figlia delle Stelle.
Quanti individui dobbiamo contare indifferenti all’individuo che gli vive accanto e che per questo costituisce la sua intima società?
Quante settimane servono alla persona per innestare nel proprio DNA culturale che l’“io” è commisurato al “noi”? Si guarda l’altro da un balcone, da un divisorio trasparente, uno schermo distante “anni luce”: quanto c’è da contare per sentire oltre che vedere, ascoltare insieme a osservare?
Quante stagioni dobbiamo contare per una nazionalità radicata partecipata.
Per quanto affascinante, non lasciamo che la nostra vita sia una bellezza ageminata, conteremmo solo abbagli: le regole che hanno recintato, imbrigliato, insabbiato, possiamo contarle?
Chi ancora lavora per soldi: perché ne vuole e perché non può non averne; chi lavora perché lo Stato non lo invita al sicuro in casa. Chi esce perché la propria psiche è inabile a un processo delle vita al di fuori del labirinto. Chi è più social che mai con le “star” perché non sa dialogare in casa; chi estende il proprio essere “star” perché non ha altri impegni lavorativi e ludici. Chi attende sull’attenti e chi in attesa; chi prega a mani giunte e chi prega col palmo aperto. 
Riformulare quanto fin’ora non funziona e la formula fondante; se il gioco si va sgretolando portando in rovina i giocatori è il momento che chi partecipa cambi le regole. O sarà il gioco a cambiarle invece nostra: è una legge precipua per preservare la nostra vita sociale, emotiva, progettuale.
Da febbraio? Da gennaio? Da Dicembre? Da settembre? Dalla Cina, dalla Germania, dall’Italia… dal familiare? Dalla primavera? Dall'inverno? Dall'autunno? Quante estati io vedo prima che il torrido edonismo sia farfalla “fenicea” – dunque, non più bruco, bensì “drago sfarfallante”. Conto quanto e cosa occorra per essere sfavillante spumeggiante e umano!
Quante persone individui della specie umana, imperiture fenici con polvere di stelle; quante persone maschere di abominio di un teatro marcio e cinereo!
Quanti numeri avrà il conteggio?
Se tu conti, io posso contare e fare in modo che tu possa contare!
Può essere che sia l’indole trinakriota ma credo che non ci sia un futuro imminente; c’è un futuro immane a cui non sappiamo dare la mano; io canto scrivo e disegno l’immanenza per cessare il computo e mantenere vivo il mio compito di essere vivente!
Quante volte dobbiamo contare?
Io sono Trinakriota, e in quanto Siciliano il chiuso è un cielo stellato tra i marosi, è braccia aperte che brindano commensali, è #CiatuECiuri!


Vivi l’immanenza aprica!


[versione redazionale / editing:]
Fino a quanto dobbiamo contare?
Filiere sfaldano la rete economica per massificare prodotti. Nell’era del contagio #VentiVenti la rete si palesa fragile in punti nodali, insaziabile in linee superflue; produce sterili linee stigee.
Chi produce senza legge né diritti sfalda una società potenzialmente rigogliosa in quanto figlia della Terra, equilibrata nel suo caos esplorativo, focolare come figlia delle Stelle.
Quanti individui dobbiam contare indifferenti all’individuo che gli vive accanto costituente la sua intima società?
Servono settimane alla persona per innestare nel proprio DNA l’io commisurato al noi? Guarda l’altro da un balcone, un divisorio trasparente, uno schermo distante anni luce: c’è da contare per sentire oltre che vedere, ascoltare insieme a osservare?
Ancora lavori per soldi o perché non puoi non averne; perché lo Stato non ti invita al sicuro. Esci per la psiche inabile a un processo vitale al di fuori del labirinto. Sei più social che mai perché non sai dialogare in casa. Attendi sull’attenti, chi in attesa. Preghi a mani giunte, chi col palmo aperto. 
Riformulare quanto non funziona è formula fondante; il gioco va sgretolandosi, porta in rovina i giocatori; è il momento che chi partecipa cambi le regole. O sarà il gioco a cambiarle invece noastra: è legge precipua preservare la nostra vita sociale emotiva progettuale.
Dalla Cina… dal familiare? Dall'autunno? Quante estati prima che il torrido edonismo sia farfalla “fenicea”; non bruco bensì drago sfarfallante. Conto quanto e cosa occorra per essere sfavillante spumeggiante e umano!
Persone individui della specie umana, imperiture fenici con polvere di stelle; quante persone maschere di abominio di un teatro marcio e cinereo!
È l’indole trinakriota: c’è futuro immane a cui non sappiamo dare la mano; io canto scrivo disegno l’immanenza per cessare il computo, mantenere vivo il mio compito di essere vivente!
Quante volte dobbiamo contare?
Sono Trinakriota, io conto! In quanto Siciliano il chiuso è cielo stellato tra i marosi, braccia aperte brindanti commensali. È #ciatueciuri!

Vivi l’immanenza aprica!



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CONTI PER VIVER APRICO? /#WMFTJK Fino a quanto dobbiamo contare? Filiere sfaldano la rete economica per massificare prodotti. Nell’era del contagio #VentiVenti la rete si palesa fragile in punti nodali, insaziabile in linee superflue; produce sterili linee stigee. Chi produce senza legge né diritti sfalda una società potenzialmente rigogliosa in quanto figlia della Terra, equilibrata nel suo caos esplorativo, focolare come figlia delle Stelle. Quanti individui dobbiam contare indifferenti all’individuo che gli vive accanto costituente la sua intima società? Servono settimane alla persona per innestare nel proprio DNA l’io commisurato al noi? Guarda l’altro da un balcone, un divisorio trasparente, uno schermo distante anni luce: c’è da contare per sentire oltre che vedere, ascoltare insieme a osservare? Ancora lavori per soldi o perché non puoi non averne; perché lo Stato non ti invita al sicuro. Esci per la psiche inabile a un processo vitale al di fuori del labirinto. Sei più social che mai perché non sai dialogare in casa. Attendi sull’attenti, chi in attesa. Preghi a mani giunte, chi col palmo aperto. Riformulare quanto non funziona è formula fondante; il gioco va sgretolandosi, porta in rovina i giocatori; è il momento che chi partecipa cambi le regole. O sarà il gioco a cambiarle invece noastra: è legge precipua preservare la nostra vita sociale emotiva progettuale. Dalla Cina… dal familiare? Dall'autunno? Quante estati prima che il torrido edonismo sia farfalla “fenicea”; non bruco bensì drago sfarfallante. Conto quanto e cosa occorra per essere sfavillante spumeggiante e umano! Persone individui della specie umana, imperiture fenici con polvere di stelle; quante persone maschere di abominio di un teatro marcio e cinereo! È l’indole trinakriota: c’è futuro immane a cui non sappiamo dare la mano; io canto scrivo disegno l’immanenza per cessare il computo, mantenere vivo il mio compito di essere vivente! Quante volte dobbiamo contare? Sono Trinakriota, io conto! In quanto Siciliano il chiuso è cielo stellato tra i marosi, braccia aperte brindanti commensali. È #ciatueciuri! Vivi l’immanenza aprica! #Covid19 #Contagio #Italia #Sicilia #Sicily #DanteDì #Dante
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