20160111

David: il ceruleo e il notturno | Cerulean-nocturnal Boy

 Ashes To Ashes [Jeason PEARSON]

Quanti accettarono, e scelsero di conseguenza, al sentire la voce di uno sconosciuto Orson Welles che gli alieni (il 30 ottobre 1938) erano tra noi?
34 anni dopo: per molti è genialità per altri teatralità trasgressiva; c'è chi è in dubbio, ma è certo che il signor David Robert Jones, venticinquenne, dai concerti di David Bowie entra nella vita di chi lo segue (anche da lontano – come lontano era lui) con la vita di Ziggy Stardust: pelle avorio, occhi bicromatici, capelli rossi, calzamaglie multicolori, è l’alieno che cantava i cunicoli iridati e i cortili ottenebrati, i vicoli prismatici e le scalinate notturne. Cantava della vita reale e della artificiale, dell’artificio della vita e dell’artefatto che si fa Arte solo dopo esser stato Umano.
Per tutti fu (ed è) un alieno. Lo dice il ruolo; l’ha detto lui.
In meno di un anno e mezzo tornò sé stesso, annunciando nel concerto del 3 luglio del 1973, all’Hammersmith Odeon di Londra, il ritiro dalle scene di Ziggy Stardust.
Il 23 luglio – a conclusione dello Ziggy Stardust Tour – precisa, al Rolling Stone, che Ziggy non è un alieno, che lui (David Robert Jones o David Bowie?) riesce solo a sentire le “entità” di un’altra dimensione e deve “ruoleggiare” messianicamente la loro spiritualità – eppure, David sa che le “entità”, gli “infiniti”, smembreranno la sua anima come la nostra realtà.
L’uomo, il cantautore, l’artista, “l’entità dalle due viste” scivola nella cocaina…
A onor della sua persona, dobbiamo anche noi scivolare, un po’ indietro nel tempo. A prima che “l’alieno che inventò il glam rock” iniziasse a suonare con i Ragni da Marte; prima che nella cultura mondiale si muovesse con maestria il cantautore, il performer artist, l’attore e produttore discografico britannico, l’osservatore.

* * *

Nasce David Robert Jones a Brixton l'8 gennaio 1947. Intorno a lui, la cugina balla Elvis e il fratellastro Terry, capellone e ribelle, va per locali a seguire i concerti jazz: per questo l’interesse di David si orienta, 11enne, al rhythm and blues, allo skiffle, al rock 'n' roll. Dopo avere ricevuto nel ’59 il suo primo vero saxofono, cercato sull’elenco il numero telefonico di Ronnie Ross, gli chiede di insegnarglielo. Per un po’ vende dischi in un negozio e il fascino dei musicisti che ascolta resterà per sempre. A tredici anni, spronato da un suo insegnante, si permette di lasciarsi avvolgere dalla propria creatività.
Nasce David Bowie, probabilmente, quando David Robert Jones riceve un pugno dall’amico e compagno di musica, George Underwood: lo scatena un litigio per una ragazza. David si ritrova con una pupilla dal diametro maggiorato, tanto da far apparire, a uno sguardo veloce, l’iride più nera, inducendo erroneamente a ritenerlo affetto da eterocromia. Ciò che è accaduto realmente è una midriasi permanente che gli altera la percezione della profondità e della luce. Il diaframma della pupilla è permanentemente aperto permettendo l'ingresso di stimoli luminosi sufficienti ad “attivare la visione mesopica”.
Vedeva cose che noi umani non possiamo immaginarci?
La sua “visione notturna” lo ha condotto in sentieri che i più non possono scorgere?
Va da sé, che spinto dall’amico George nel “sottobosco” del poco visibile, David si avvia nel personalissimo “arco” creativo che lo condurrà a essere il Bowie, pur se quattro anni dopo, nel ’66 (e per non essere confuso con Davy Jones dei Monkees) e con LP eponimo nel 1967.
Il tempo nel giungere a essere solista (È il destino di chi vede le cose che altri non vedono?) è scandito dai vari gruppi musicali in cui si muove, lasciati a causa della personalità autoriale del cantante e dell’identità nella scena musicale non ancora messa a fuoco.
L’identità non sa che plasmarsi sulla diversità, sull’alienità, sugli spiriti dei tempi. Verso lo spirito che vive nell’io della vita che si spinge David, scegliendo l’isolamento monastico in Tibet per alcune settimane.
Gli impegni artistici di David Bowie sono sempre, non solo la musica: teatro, musical, cinema, pubblicità. Amori, amicizie, collaboratori, manager, produttori: il suo entourage lavorativo si consolida. Il risultato è Space Oddity che è incisa in tempo per essere scelta dalla BBC per i servizi dedicati al lancio dell’Apollo 11: è il 16 luglio 1969. La traccia del 45 giri è la storia di Major Tom astronauta (creato da Bowie) che si perde nello spazio: è l’11 luglio 1969.
È l’Italia, nello stesso anno, a dare il primo riconoscimento a David Bowie: al Premio Internazionale del Disco di Monsummano Terme, per la traccia dell’album precedente, When I Live My Dream.
Eppure, il mondo si contorce – quello intimo e quello in cui vive – e non raggiunge il riconoscimento agognato.
The Man who sold the World è l’album di transizione. È duro. Composto dalla materia del dolore, dell’impotenza, della frustrazione, del tradimento culturale, “canta” la morte del padre e l’aggravarsi della salute mentale del fratellastro, la fine del rapporto con la compagna e il fallimento del suo laboratorio artistico.
La teatralità deve sorreggerlo – la maschera deve rinnovarlo – i colori devono essere il ponte (l’arcobaleno) che congiungano lui, che tanto vede e vuol dire, e gli altri che possono vedere e tanto attendono. Lui deve vincere sul tempo, deve lasciarsi alle spalle il silenzio, deve schiacciare la schizofrenia (il fratellastro Terry peggiora sempre più), deve essere appoggio e appoggiarsi al primogenito Duncan Zowie, deve sconfiggere l’indifferenza e la banalità (la conoscenza di Andy Warhol è precipua). Nasce Hunky Dory (il 17 dicembre 1971) mentre una parte di David è ancora una crisalide.
Il proprio background di mimo e di “alieno” ha il sopravvento, perché mutando pelle David Bowie gonfia le vele e… mima l’alienità!
È subito pronto The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (6 giugno 1972) e dalla “pupa di sfida e necessità” che David Bowie è stato fino ai primi anni ’70 diviene multivalente (pur procedendo con un personaggio alla volta): muove i suoi passi sul palcoscenico Ziggy!
Co-produce ed è tra i musicisti dell’album Transformer di Lou Reed.
David Bowie è la stella che voleva essere. A tratti nera a tratti chiara: non conosceva la portanza di una stella, così, fu impreparato quando questa lo tratteggiò di paranoia e crisi psicologiche – a tratti chiara – di cocaina – essa si alimentava
Debilitato più nell’io che nel corpo, David Robert Jones, David Bowie, Ziggy Stardust, seppe fare ciò che gli veniva meglio: mutare ancora. Tale mutazione lo colpisce con un fulmine e il fulmine, rosso, lo segnerà dal 13 aprile 1973, una volta uscito l’album Aladdin Sane e suo alter-ego dal fulmine sul volto, fino al 24 aprile 1974 nel quale interpreta Halloween Jack, dell’album Diamond Dogs.
I ruoli sul palco sono precisi, studiati a tavolino, stacanovisticamente estranianti avversi… alieni! E scendono dal palco precedendolo, avvolgendolo, debilitandolo.
Per capire chi è e quali altre acque doveva spartire per andare avanti nella sua vita, pubblica, circa sei mesi dopo, Pin Ups, il suo unico album di cover.
Vuole mediare sé stesso e il primo passo è ammettere che lui stesso è in pericolo, per questo afferma che David Live (29 ottobre 1974) avrebbe dovuto intitolarsi David Bowie Is Alive and Well and Living Only In Theory. Il compromesso tra lui e il palco è che entrambi devono procedere più sobriamente. È il momento della musica soul, che si fa strada dal Diamond Dogs Tour e della black americana in Young Americans. Dalla pubblicazione di quest’ultimo (7 marzo 1975) nasce un controllo algido e sottile di sé e del suo proporsi, tendersi, cristallizzarsi. A declinare la sua musica è il suo nuovo concept ieratico: il Duca Bianco, partorito da Station to Station, il 23 gennaio 1976.
Stazione dopo stazione: si trasferisce a Ginevra – aumenta l’uso di cocaina – inizia a disegnare e dipingere – si trasferisce a Berlino – conosce Iggy Pop e ne risolleva la carriera e la vita producendogli e co-scrivendo The Idiot e Lust for Life – realizza ciò che è unanimemente ritenuto il punto più alto della sua produzione, la cosiddetta “trilogia berlinese”: Low; Heroes; Lodger; con Heroes al vertice.

Negli anni ’80, David Bowie si muove sempre in avanti, non lancia neppure uno sguardo (Quale potrebbe esser poi, lo sguardo algido, lo sguardo notturno?) al passato costituito da mode fatte o sfatte o plasmate da lui stesso. Recita, aumenta le date dei tour, lancia la sua carriera la sua fama le sue preghiere fatte di misteri e risposte lente a raggiungerlo in collaborazioni, duetti, partecipazioni, progetti. Recita recita recita. È ancora Pierrot (nel video-clip Ashes to Ashes dell'album Scary Monsters and Super Creeps), John Merrick (pièce teatrale a Broadway, tratta dalla storia de' l’“Uomo elefante”), sé stesso (Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino), Baal (David Bowie in Bertolt Brecht's Baal)… Costantemente «absolute beginner» (il film è del 1986, lui, ragazzo-uomo-alieno-artista lo è da quando si innamorò della Musica), prega una collocazione nel mondo e una collocazione del mondo. Prendendo atto e appellandosi all'emendamento planetario: Il diritto di contraddirsi, di sbagliarsi, di pionierizzarsi.
E se non si è nessuno? Dal 1989 al 1991 è membro anonimo (si fa per dire, per ruoleggiare ancor) del gruppo appositamente composto, i Tin Machine. Tuttavia, può un ricercatore del giusto posto nel mondo, quando per giusto si intende il “posto sotto gli occhi di tutti”? E per giocare con tutti, nell’album 1.Outside (1995) in collaborazione con Brian Eno, diviene Nathan Adler, il detective che si muove in un 1999 dispotico e, per quanto uomo sofisticato, egli stesso dispotico.
E il mondo si fa inerzia e i ruoli sono quelli di un uomo che si pone domande, le attende e, intanto, va avanti tra musica, successi, fallimenti, paternità e famiglia.
Il 25 giugno del 2004 è ricoverato di urgenza e sottoposto a un'operazione di angioplastica coronarica.
Il giorno del sessantaseiesimo compleanno di David Bowie, nel suo sito è annunciata l'uscita dell'album The Next Day, poi pubblicato il 12 marzo 2013.
L’8 gennaio 2016 esce la sua ultima opera ★ (leggesi, Blackstar).
Per gravi complicazioni epatiche causate da un cancro al pancreas, David Robert Jones si spegne questo 10 gennaio.
La sua diversità è stata l’essere un uomo che voleva: voleva amore e la voleva nella musica, voleva brillare e lo voleva nella teatralità, voleva muoversi oltre ogni limite e lo sta facendo avendo una sua propria costellazione.

Una volta unite le sue visuali, luce e oscurità sono diventati una folgorante stella, una stella nera come la florida notte. Una “musica” che lo ha ricongiunto al momento del cambio di visualità: al pugno ricevuto dalle infinite e univoche prospettive in cui si barcamena la Vita. La maschera e l’Uomo sono diventati un’unica entità.
Zanni. Trickster. Deus ex machina. Tutto ciò è un Uomo.
Una ★!

Buon Vento, David.

David BOWIE è una della fonti per una peculiarissima specie di creature ne' L'AMBITO DEL MONDO.


[Aggiornamento Twitter 2016.01,13:]

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