Quanti accettarono, e scelsero di
conseguenza, al sentire la voce di uno sconosciuto Orson Welles che gli alieni (il
30 ottobre 1938) erano tra noi?
34 anni dopo: per molti è genialità per
altri teatralità trasgressiva; c'è chi è in dubbio, ma è certo che il signor
David Robert Jones, venticinquenne, dai concerti di David Bowie entra nella vita di chi lo segue (anche da lontano –
come lontano era lui) con la vita di Ziggy
Stardust: pelle avorio, occhi bicromatici, capelli rossi, calzamaglie
multicolori, è l’alieno che cantava i cunicoli iridati e i cortili
ottenebrati, i vicoli prismatici e le scalinate notturne. Cantava della vita
reale e della artificiale, dell’artificio della vita e dell’artefatto che si fa
Arte solo dopo esser stato Umano.
Per tutti fu (ed è) un alieno. Lo dice il
ruolo; l’ha detto lui.
In meno di un anno e mezzo tornò sé
stesso, annunciando nel concerto del 3 luglio del 1973, all’Hammersmith Odeon di Londra, il ritiro
dalle scene di Ziggy Stardust.
Il 23 luglio – a conclusione dello Ziggy Stardust Tour – precisa, al Rolling Stone, che Ziggy non è un
alieno, che lui (David Robert Jones o David Bowie?) riesce solo a sentire le “entità”
di un’altra dimensione e deve “ruoleggiare” messianicamente la loro
spiritualità – eppure, David sa che le “entità”, gli “infiniti”, smembreranno
la sua anima come la nostra realtà.
L’uomo, il cantautore, l’artista,
“l’entità dalle due viste” scivola nella cocaina…
A onor della sua persona, dobbiamo anche
noi scivolare, un po’ indietro nel tempo. A prima che “l’alieno che inventò il glam rock” iniziasse a suonare con i Ragni da Marte; prima che nella cultura
mondiale si muovesse con maestria il cantautore, il performer artist, l’attore e produttore discografico britannico,
l’osservatore.
* * *
Nasce David Robert Jones a Brixton l'8
gennaio 1947. Intorno a lui, la cugina balla Elvis e il fratellastro Terry,
capellone e ribelle, va per locali a seguire i concerti jazz: per questo l’interesse di David si orienta, 11enne, al rhythm and blues, allo skiffle,
al rock 'n' roll. Dopo avere ricevuto
nel ’59 il suo primo vero saxofono, cercato sull’elenco il numero telefonico di
Ronnie Ross, gli chiede di insegnarglielo. Per un po’ vende dischi in un
negozio e il fascino dei musicisti che ascolta resterà per sempre. A tredici
anni, spronato da un suo insegnante, si permette di lasciarsi avvolgere dalla
propria creatività.
Nasce David Bowie, probabilmente, quando
David Robert Jones riceve un pugno dall’amico e compagno di musica, George Underwood: lo
scatena un litigio per una ragazza. David si ritrova con una pupilla dal
diametro maggiorato, tanto da far apparire, a uno sguardo veloce, l’iride più
nera, inducendo erroneamente a ritenerlo affetto da eterocromia. Ciò che è
accaduto realmente è una midriasi permanente che gli altera la percezione della
profondità e della luce. Il diaframma della pupilla è permanentemente aperto
permettendo l'ingresso di stimoli luminosi sufficienti ad “attivare la visione
mesopica”.
Vedeva cose che noi umani non possiamo
immaginarci?
La sua “visione notturna” lo ha condotto
in sentieri che i più non possono scorgere?
Va da sé, che spinto dall’amico George
nel “sottobosco” del poco visibile, David si avvia nel personalissimo “arco”
creativo che lo condurrà a essere il Bowie, pur se quattro anni dopo, nel ’66
(e per non essere confuso con Davy Jones dei Monkees) e con LP eponimo nel
1967.
Il tempo nel giungere a essere solista (È il destino di chi vede le cose che altri
non vedono?) è scandito dai vari gruppi musicali in cui si muove, lasciati a
causa della personalità autoriale del cantante e dell’identità nella scena
musicale non ancora messa a fuoco.
L’identità non sa che plasmarsi sulla
diversità, sull’alienità, sugli spiriti
dei tempi. Verso lo spirito che vive nell’io della vita che si spinge David,
scegliendo l’isolamento monastico in Tibet per alcune settimane.
Gli impegni artistici di David Bowie sono
sempre, non solo la musica: teatro, musical, cinema, pubblicità. Amori,
amicizie, collaboratori, manager, produttori: il suo entourage lavorativo si consolida. Il risultato è Space Oddity che è incisa in tempo per
essere scelta dalla BBC per i servizi dedicati al lancio dell’Apollo 11: è il 16 luglio 1969. La traccia del
45 giri è la storia di Major Tom astronauta (creato da Bowie) che si perde
nello spazio: è l’11 luglio 1969.
È l’Italia, nello stesso anno, a dare il
primo riconoscimento a David Bowie: al Premio Internazionale del Disco di
Monsummano Terme, per la traccia dell’album precedente, When I Live My Dream.
Eppure, il mondo si contorce – quello
intimo e quello in cui vive – e non raggiunge il riconoscimento agognato.
The
Man who sold the World è
l’album di transizione. È duro. Composto dalla materia del dolore,
dell’impotenza, della frustrazione, del tradimento culturale, “canta” la morte
del padre e l’aggravarsi della salute mentale del fratellastro, la fine del
rapporto con la compagna e il fallimento del suo laboratorio artistico.
La teatralità deve sorreggerlo – la
maschera deve rinnovarlo – i colori devono essere il ponte (l’arcobaleno) che
congiungano lui, che tanto vede e vuol dire, e gli altri che possono vedere e
tanto attendono. Lui deve vincere sul tempo, deve lasciarsi alle spalle il
silenzio, deve schiacciare la schizofrenia (il fratellastro Terry peggiora
sempre più), deve essere appoggio e appoggiarsi al primogenito Duncan Zowie,
deve sconfiggere l’indifferenza e la banalità (la conoscenza di Andy Warhol è
precipua). Nasce Hunky Dory (il 17
dicembre 1971) mentre una parte di David è ancora una crisalide.
Il proprio background di mimo e di “alieno” ha il sopravvento, perché mutando
pelle David Bowie gonfia le vele e… mima
l’alienità!
È subito pronto The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (6 giugno
1972) e dalla “pupa di sfida e
necessità” che David Bowie è stato fino ai primi anni ’70 diviene multivalente
(pur procedendo con un personaggio alla volta): muove i suoi passi sul
palcoscenico Ziggy!
Co-produce ed è tra i musicisti
dell’album Transformer di Lou Reed.
David Bowie è la stella che voleva essere.
A tratti nera a tratti chiara: non conosceva la portanza di una stella, così,
fu impreparato quando questa lo tratteggiò di paranoia e crisi psicologiche – a
tratti chiara – di cocaina – essa si alimentava
Debilitato più nell’io che nel corpo,
David Robert Jones, David Bowie, Ziggy Stardust, seppe fare ciò che gli
veniva meglio: mutare ancora. Tale mutazione lo colpisce con un fulmine e il
fulmine, rosso, lo segnerà dal 13 aprile 1973, una volta uscito l’album Aladdin Sane e suo alter-ego dal fulmine
sul volto, fino al 24 aprile 1974 nel quale interpreta Halloween
Jack, dell’album Diamond Dogs.
I ruoli sul palco sono precisi, studiati
a tavolino, stacanovisticamente estranianti avversi… alieni! E scendono dal
palco precedendolo, avvolgendolo, debilitandolo.
Per capire chi è e quali altre acque
doveva spartire per andare avanti nella sua vita, pubblica, circa sei mesi
dopo, Pin Ups, il suo unico album di
cover.
Vuole mediare sé stesso e il primo passo
è ammettere che lui stesso è in pericolo, per questo afferma che David Live (29 ottobre 1974) avrebbe
dovuto intitolarsi David Bowie Is Alive
and Well and Living Only In Theory. Il compromesso tra lui e il palco è che
entrambi devono procedere più sobriamente. È il momento della musica soul, che si fa strada dal Diamond Dogs Tour e della black americana in Young Americans. Dalla pubblicazione di quest’ultimo (7 marzo 1975)
nasce un controllo algido e sottile di sé e del suo proporsi, tendersi,
cristallizzarsi. A declinare la sua musica è il suo nuovo concept ieratico: il Duca Bianco, partorito da Station to Station, il 23 gennaio 1976.
Stazione dopo stazione: si trasferisce a
Ginevra – aumenta l’uso di cocaina – inizia a disegnare e dipingere – si
trasferisce a Berlino – conosce Iggy Pop e ne risolleva la carriera e la vita
producendogli e co-scrivendo The Idiot
e Lust for Life – realizza ciò che è
unanimemente ritenuto il punto più alto della sua produzione, la cosiddetta “trilogia
berlinese”: Low; Heroes; Lodger; con Heroes al vertice.
Negli anni ’80, David Bowie si muove sempre in avanti, non lancia neppure uno sguardo (Quale potrebbe esser poi, lo sguardo algido, lo sguardo notturno?) al passato costituito da mode fatte o sfatte o plasmate da lui stesso. Recita, aumenta le date dei tour, lancia la sua carriera la sua fama le sue preghiere fatte di misteri e risposte lente a raggiungerlo in collaborazioni, duetti, partecipazioni, progetti. Recita recita recita. È ancora Pierrot (nel video-clip Ashes to Ashes dell'album Scary Monsters and Super Creeps), John Merrick (pièce teatrale a Broadway, tratta dalla storia de' l’“Uomo elefante”), sé stesso (Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino), Baal (David Bowie in Bertolt Brecht's Baal)… Costantemente «absolute beginner» (il film è del 1986, lui, ragazzo-uomo-alieno-artista lo è da quando si innamorò della Musica), prega una collocazione nel mondo e una collocazione del mondo. Prendendo atto e appellandosi all'emendamento planetario: Il diritto di contraddirsi, di sbagliarsi, di “pionierizzarsi”.
Negli anni ’80, David Bowie si muove sempre in avanti, non lancia neppure uno sguardo (Quale potrebbe esser poi, lo sguardo algido, lo sguardo notturno?) al passato costituito da mode fatte o sfatte o plasmate da lui stesso. Recita, aumenta le date dei tour, lancia la sua carriera la sua fama le sue preghiere fatte di misteri e risposte lente a raggiungerlo in collaborazioni, duetti, partecipazioni, progetti. Recita recita recita. È ancora Pierrot (nel video-clip Ashes to Ashes dell'album Scary Monsters and Super Creeps), John Merrick (pièce teatrale a Broadway, tratta dalla storia de' l’“Uomo elefante”), sé stesso (Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino), Baal (David Bowie in Bertolt Brecht's Baal)… Costantemente «absolute beginner» (il film è del 1986, lui, ragazzo-uomo-alieno-artista lo è da quando si innamorò della Musica), prega una collocazione nel mondo e una collocazione del mondo. Prendendo atto e appellandosi all'emendamento planetario: Il diritto di contraddirsi, di sbagliarsi, di “pionierizzarsi”.
E se
non si è nessuno? Dal 1989 al 1991 è membro anonimo (si fa per dire, per
ruoleggiare ancor) del gruppo appositamente composto, i Tin Machine. Tuttavia, può un ricercatore del giusto posto nel
mondo, quando per giusto si intende il “posto sotto gli occhi di tutti”? E per
giocare con tutti, nell’album 1.Outside
(1995) in collaborazione con Brian Eno, diviene Nathan Adler, il detective che si muove in un 1999 dispotico e, per
quanto uomo sofisticato, egli stesso dispotico.
E il
mondo si fa inerzia e i ruoli sono quelli di un uomo che si pone domande, le
attende e, intanto, va avanti tra musica, successi, fallimenti, paternità e
famiglia.
Il 25
giugno del 2004 è ricoverato di urgenza e sottoposto a un'operazione di
angioplastica coronarica.
Il
giorno del sessantaseiesimo compleanno di David Bowie, nel suo sito è annunciata
l'uscita dell'album The Next Day, poi
pubblicato il 12 marzo 2013.
L’8
gennaio 2016 esce la sua ultima opera ★ (leggesi, Blackstar).
Per
gravi complicazioni epatiche causate da un cancro al pancreas, David Robert
Jones si spegne questo 10 gennaio.
La sua diversità è stata l’essere un uomo
che voleva: voleva amore e la voleva nella musica, voleva brillare e lo voleva
nella teatralità, voleva muoversi oltre ogni limite e lo sta facendo avendo una
sua propria costellazione.
Una volta unite le sue visuali, luce e oscurità
sono diventati una folgorante stella, una stella nera come la florida notte.
Una “musica” che lo ha ricongiunto al momento del cambio di visualità: al pugno
ricevuto dalle infinite e univoche prospettive in cui si barcamena la Vita. La
maschera e l’Uomo sono diventati un’unica entità.
Zanni. Trickster.
Deus ex machina. Tutto ciò è un Uomo.
Una ★!
Buon Vento, David.
David BOWIE è una della fonti per una peculiarissima specie di creature ne' L'AMBITO DEL MONDO.
[Aggiornamento Twitter 2016.01,13:]
All profits from our #Bowie sales during Jan donated to @CR_UK. https://t.co/vBffmQj3PJ pic.twitter.com/pId1d0WRDO— Rough Trade (@RoughTrade) 11 Gennaio 2016
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