Tra il 1990 e il 1991 venni a sapere di una certa concretezza e culturalità relative al Cyberspazio. Un futuro dell'Umanità era ben disegnato non più con una successione "infinita" di puntini a costituire linee e dunque forme e prospettive, ma una successione infinita di dati destinati a costituire libertà espressiva... Per i più libertà materica e, dunque, evolutiva!
Questo mi fece pensare una cosa: una bibblioteca infinita, una casa editrice mondiale per la libertà di espressione. Avevo appena conosciuto lo scanner: scansivo un fumetto o un libro e lo avevo in versione digitale, lo stesso accadeva se scritto ex novo (potendo inserire nella Rete il testo originale, divenivo scrittore e, al contempo, la Rete diveniva casa editrice, ufficio stampa, distributore, e scaffali di libreria). Non ci volle molto, parlando con il mio caro amico informatico (all'epoca più un appassionato, oggi più un militare), a scoprire che non era una idea nuova: vi erano scrittori, pensatori, visionari che volevano e costruivano e si impegnavano per rendere il Cyberspazio una tale realtà. Io non comprendevo affatto la differenza tra Web e Cyberspazio, oggi non la comprendo appieno.
Ritengo di comprenderne le potenzialità, la vitalità, il futuro.
Newgrops, forum, comunità d'ogni sorta, germogli non ancora classificabili: la Rete/il Cyberspazio era lì a dire la Sua. E io volli ascoltare. O credetti di farlo. Immagino fu più la mia fantasia che la mia lungimiranza - saranno la stessa cosa, o saranno gemelle virtù/condanne?
Ascoltai, comunque, la mia mente. Essa mi spinse a riflettere sulla possibilità di travasare tutto il Sapere Umano nel Cyberspace, e da questo passo a quello del travasare biografie/diari, epistole già vergate o virtuali o..., travasare video di vita quotidiana, volontà, testamenti; informazioni così volutamente dettagliate da spingere al parossismo e alla fede/speranza di travasare noi stessi.
Posso dare una buona dose di paternità ad altre fonti, al di fuori di me: furono i fumetti letti in quegli anni, i primi racconti spiegati a voce dal mio amico informatico/militare e STAR TREK visto insieme a darmi l'imput finale. Le chiacchierate fatte con questo amico erano lunghe e rigogliose: dalle letture e dalle visioni e dalle sue parole venni a sapere delle Intelligenze Artificiali...
Le ho volute non programmabili, potevano, dunque, esistere solo come germoglio spontaneo e naturale tra la connessione, l'innesto tra il cyberspace e il meatspace; ma, per l'appunto, quanto innesto, si trattava di ramificazione allignata su di un "suolo" e di un "humus" "nuovi". Si tratta di acri e acri e acri, simili a quelli rossi, marrone, fertili che possiamo prendere con le mani e con l'olfatto, ma unici per la loro dotazione alare, in fermento da fucina
Anche il termine I.A./A.I. l'ho voluto più consono e meno artificioso; più legato al naturale processo avoltivo dell'Uomo. Dall'Homo Sapiens all'Homo Cyber? Quasi, forse, tutt'altro...
Nella storia che creai, i personaggi e le loro volontà si trovano in Giappone e i nGermania, in Inghilterra e in Italia; il titolo di tale storia è KAR-MAN/GŌ.
Il karma delle vicende dell'uomo fisico e dell'uomo cibernetico ha ripreso a pulsare in questi giorni leggendo EARTH [USA. 1990. David BRIN].
Data originale di pubblicazione: 2007.09.
>>> S'è interrotto poco dopo, qualcosa mi ha portato via ogni concentrazione [il progetto ENERIAL], o il Karma era defluito altrove per una nuova congiunzione di intenti e ispirazione.
Torna, ancora una volta a bussare alla mia anima ai miei intenti alle mie scritture-di-mezzo: dopo aver letto il racconto da cui ho estrapolato il testo che vi offro di seguito, KAR-MAN/GŌ ha ripreso la sua crescita... Io crescerò con lui? Il mio Karma quali intenzioni ha? <<<
«Governi del Mondo Industriale, stanchi giganti di carne e acciaio, chi vi parla proviene dal Cyberspazio, la nuova casa della Mente. In nome del futuro, chiedo a voi del passato di lasciarci in pace. Non siete i benvenuti tra noi. Dove noi ci riuniamo, voi non avete autorità.
Non abbiamo un governo eletto, né abbiamo intenzione di averne uno, per questo mi rivolgo a voi senza autorità più grande di quella con la quale sempre parla la libertà stessa. Dichiaro lo spazio sociale che stiamo costruendo indipendente, per sua natura, dalle tirannie che cercate di imporci. Non aveta alcun diritto morale di governarci, né possedete alcun metodo di coercizione che noi dobbiamo ragionevolmente temere.
I governi ottengono i loro legittimi poteri dal consenso dei governati. Voi non avete mai richiesto e ottenuto il nostro consenso. Noi non vi abbiamo invitati. Voi non ci conoscete, né conoscete il nostro mondo. Il Cyberspazio non sta all'interno delle vostre frontiere. Non crediate di poterlo costruire come non fosse altro che il progetto per un cantiere di un'opera pubblica. Non potete. È un fenomeno naturale e cresce spontaneamente attraverso le nostre azioni collettive.
È trattato dalla nostra Dichiarazione di Indipendenza del Cyberspazio, è stato scritto dodici anni fa. Prima d'ora credevo che fosse una delle cose più belle che avessi mai letto. Prima d'ora desideravo che mio figlio crescesse in un mondo in cui il Cyberspazio fosse libero, e che la sua libertà contagiasse il mondo fisico, cosicché anche questo diventasse più libero.»
[...]
«Oggi il mio meraviglioso figlio e la mia stupenda moglie sono morti. Assieme a loro, altri milioni di persone. La nostra città sta andando letteralmente a fuoco. Altre città sono scomparse completamente dalle mappe.»
[...]
«In tutto il mondo, persone come noi sono radunate in edifici come questo. Quando è avvenuto il disastro, anche loro stavano cercando di riparare i danni del worm della scorsa notte. Abbiamo fonti indipendenti di energia. Cibo. Acqua.
Abbiamo la rete, che i cattivi sanno usare così bene, e che i buoni non hanno mai capito.
Condividiamo l'amore per la libertà, perché ci prendiamo a cuore le cose; perché ci prendiamo cura della rete. Siamo responsabili dello strumento organizzativo e governativo più importante che si sia mai visto nel mondo. Siamo la cosa più simile a un governo che il mondo in questo momento può avere. Ginevra è un cratere. L'East River e in fiamme e il palazzo delle Nazioni Unite è stato evacuato.
La Republica Distribuita del Cyberspazio è sopravvissuta a questa tempesta praticamente illesa. Siamo i custodi di un macchinario mostruoso e immortale, un macchinario che ha la potenzialità di costruire un mondo migliore.
Non ci resta altro per cui vivere.»
WHEN SYSADMINS RULED THE EARTH [USA. 2006. Cory DOCTOROW]
Quando gli amministratori di sistemi dominavano la Terra [IT. 2010. Traduttore: Fabio FAMINÒ.
URANIA MILLEMONDI #052]
[L'aggiunta del testo dell'estratto dal racconto di Cory DOCTOROW è del 2012.12,30.171300.]
Blade Runner Blues [BLADERUNNER. USA. 1982/1994. VANGELIS]
Inverno [TUTTI MORIMMO A STENTO. IT. 1968. Fabrizio De ANDRÉ]
[Wikipedia]
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