20110916

Il Capitano, La Polvere e Le Nuvole.

Mangio la mia stessa polvere. Non è quella del mio cammino – sto inerte, sto accumulante...
Mangio, per potere dare altro spazio alla polvere.
Fuori – il tumulo fatuo che si albera verso le stelle – dentro – fatui vermi d'artificio voraci – e oltre solo nuvole...
Io le ho – le avevo.
Sognavo castelli di nuvole, dove solo dei umani potevano aver diritto alle avventure del cosmo.
Sognavo che il mare di nuvole si infrangesse su un focolare a cui un uomo faceva appello.


Il mio focolare di nuvole – in cui mi affacciavo per avere un orizzonte da perseguire – è rimasto lì, sulla Battigia del Cosmo, ricolmo di finissima sabbia polverosa, alghe e rametti secchi, conchiglie frantumate dall'(ignoto/ritardo), guano sterile e opprimente, piume senza aria né libertà... Se non riesco a vedere la libertà nell'anfratto che il focolare è nel futuro che sto percorrendo...
La natura delle cose è della paura e della libertà che le pensa/vuole/libera...

Il mio focolare di nuvole lascia un polverone a suon di armonica...
Il mio nuvolare suona a sax...

– Dove c'è polvere s'alzano nuvole... Dove le nuvole segnano il cielo, taluni son polverizzati...



jackit listened:
Xxx [XX. XX. xxxx. XXX]

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